Un intervista tratta dal blog “Mente Libera”

All’ingresso di via Tommaso da Vico c’è S. ad aspettarmi, un ragazzo dall’aria tranquilla, un piercing sul sopracciglio e tatuaggi sparsi per il corpo. Dopo una breve stretta di mano e qualche parola sui parchimetri mancanti, eccoci a conversare sulla realtà emergente di alcuni giovani veronesi stanchi delle formalità di una Verona per vecchi.

Seduti su scalinate ai margini del fiume, S. mi racconta la sua, la loro storia.

S. inizia a narrare partendo dal 2010 circa, quando partecipava attivamente ad iniziative con i ”Disobba” e con i ragazzi del Caffè Metropolis – Laboratorio Sociale . Mi racconta di partecipazioni ad eventi come quelli in Val di Susa e altre a Padova, in compagnia dell’amico Zeno Rocca, arrestato dopo gli scontri.

Tornato a Verona, S. si rende conto che la grande città manca di coscienza, di bene comune, di collettivismo. Necessita di qualcuno o qualcosa che possa scuoterla. S. decide, allora,di distaccarsi dalla politica attuale e in generale dai Centri Sociali presenti nel Nord Est.

Da qui in poi, nascono i Giovani Indignati.

I Giovani Indignati sono fondamentalmente una compagnia di ragazzi che hanno aperto gli occhi e che hanno deciso di dare una svegliata alla dormiente Verona. Essi si professano come apolitici ma ritengono comunque di poter essere mediamente identificati con la sinistra extraparlamentare, quella dei centri sociali.

”Dicono di noi che siamo gente strana”

Mi dice che loro non hanno ideologie prestabilite e che, al pari della nostra attuale modernità, sono coinvolti in un flusso continuo di ammodernamento e modellamento che segue, o meglio, va contro gli standard borghesi della città-metropoli veneta. Il loro scopo è una completa e totale sensibilizzazione contro la ”mentalità bottegaia” di Verona, contro l’idea di denaro, di commercializzazione delle identità finita nel dilagante qualunquismo veronese. Chiedono nuovi spazi pro giovani e una nuova cultura che verta sul collettivismo e sulla condivisione.

Essi partono dalle nuove generazioni, dagli studenti, da quelli che la scuola l’hanno lasciata, da chiunque abbia voglia di ricominciare laddove c’è terra bruciata. Raccolgono la parte underground della città veneta incidendo su punti noti come ”posti alternativi” quali Piazza Dante e la Zona di Veronetta. Hanno organizzato volantinaggi, manifestazioni, stencil colorati e adesivi fanno capolino sui cupi muri urbani, senza contare le numerose feste organizzare all’Area51.

Gli Indignati nascono dalle ceneri del defunto laboratorio Metropolis e dal centro sociale, ormai chiuso, La Chimica. Sono in pratica la nuova generazione di combattenti che hanno denigrato le politiche attuali e che non hanno bisogno di incoraggiamenti per manifestare e aggregare. Il nome è palesemente tratto dal movimento anti-austerità sorto in tutta Europa, gli Indignati, appunto.

Un giorno, ritrovatisi in zona S. Giorgio, vicino Ponte Pietra, l’ammasso di ragazzi stesi li a fumacchiare le loro sigarette, si convince del fatto che bisognava riunirsi e far qualcosa, dopo cinque mesi di completa inattività. La prima assemblea, manco a dirlo, fu un fiasco, con poco più di 20 persone presenti. Poco tempo dopo organizzarono una festa al circolo Pink e le soddisfazioni arrivarono:  nel piccolo locale di Veronetta erano presenti più di 300 persone tra cui le vecchie conoscenze de La Chimica e gli Anarchici.

S. ci tiene a specificarmi che lui non è che il portavoce del movimento e che, comunque, all’interno del gruppo non esiste alcuna organizzazione gerarchica che parta dall’alto. Ordinamento orizzontale, si lavora insieme.

Il folto gruppo, che conta presenze fisse di almeno 30 persone, si riunisce periodicamente al Circolo F.lli Rosselli in Corso Porta Nuova 70. Il locale è attrezzato con un Aula Studio e vi si tengono assemblee, proiezioni e cene sociali, anche se, per lavori, è disponibile attualmente solo la sera.

Recentemente gli Indignati hanno creato una rete studentesca che ha vinto le elezioni in 4 importanti scuole di Verona: Fracastoro, Anti (Villa Franca), Marco Polo e Maffei, oltre ad essere stati partecipi al fianco degli immigrati in più occasioni.

Quando cito la parola ”Occupazione” S. mi guarda quasi commosso dicendomi che

”L’occupazione è un sogno!”

In passato però atti di ”pseudo occupazione” ci sono stati, come l’ ”attacco” al comune di Verona. S. insieme al Metropolis , infatti, era entro durante un consiglio comunale e, occupando la zona, aveva mostrato, insieme ad altri, striscioni e manifesti. Peccato che la giornata sia finita con denunce e sgombero.

Più recentemente gli Indignati avevano occupato per tre mesi una villa ottocentesca della Valdonega ma, attualmente, per il gruppo di ”butei” non si prospetta alcuna occupazione. S. mi spiega che in ogni caso non sarebbe una cosa possibile: se occupassero suolo comunale verrebbero subito sgomberati, se invece occupassero suolo privato sarebbero sfrattati dal ”bottegaio” proprietario e, quando gli chiedo come mai non abbiano fatto una richiesta scritta al comune, prima di rispondermi si fa una bella e grossa risata.

Attualmente l’attenzione Indignata sta andando al neo progetto ”L’erba di Giulietta”, un movimento antiproibizionista realizzato in collaborazione con il collettivo Studiare Con Lentezza.

Alla fine della chiacchierata ciò che S. mi ha raccontato è, in breve, la storia della città, della sua città: Verona. Potrebbe stare ore ancora a parlarmi del passato della città veneta, ne conosce gli affranchi, le mancanze, le lotte, i momenti bui e mi ripete che:

”Se non conosci la storia della città non puoi capire qual’è la strada giusta per colpire”

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2 risposte a Un intervista tratta dal blog “Mente Libera”

  1. indignativr scrive:

    Si manchiamo di coscienza politica è vero perché nessuno ce l’ha mai trasmessa. Ci stiamo lentamente formando finché saremo in grado un giorno di prendere una vera posizione (non inidividualmente ma come collettivo) nella complessità del mondo.

    Nessuno ha definito roba per vecchi autonomia, anarchismo, comunismo e nessuno ha fatto un minestrone di questa cosa.

  2. CheCazzo scrive:

    Mancate totalmente di coscienza politica, totalmente.
    Autonomia contropotere, Anarchismo, Autonomia operaia, Comunismo, carta di Milano… Tutto lo stesso calderone? Tutta roba da vecchi?

    Quello contro qui combattete e’ frutto dell’ingnoranza che dimostrate.

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